Piccolo Dizionario Tecnico



Screwball comedy: lett. “commedia svitata”; variazione sul genere della commedia che per il suo ritmo frenetico, e per la catena ininterrotta di gag, trascina lo spettatore in un vortice di situazioni divertenti e paradossali, senza soluzione di continuità.

Slapstick: lett. “spatola di Arlecchino” (la tavoletta di legno che usavano i comici per simulare il rumore di una colluttazione; la “slapstick comedy” (la commedia delle “torte in faccia e delle bastonate”) costituisce una variazione sul genere della commedia sul modello delle prime comiche alla Mack Sennett, Ridolini, Buster Keaton, Stanlio & Ollio, ecc.; comiche il cui principale divertimento si basava sul continuo lancio di torte in faccia, scambi di colpi “proibiti” e inseguimenti affannosi.

Recadrage: lett. “re-inquadratura”; consiste in brevissimi e impercettibili movimenti della macchina da presa che hanno lo scopo di mantenere il giusto rapporto tra le figure in campo e la cornice dell’inquadratura, conservando il giusto “equilibrio” grafico dell’immagine.

Dissolvenza in nero: è la classica “dissolvenza di chiusura” in cui l’immagine scompare progressivamente sullo schermo che diventa progressivamente nero; è un’inquadratura di transizione che serve a segmentare i vari “episodi” di un film.


Campo lunghissimo: è un tipo di ripresa molto particolare, che serve ad esaltare la presenza del paesaggio; nel cll la figura umana è ridotta a semplice elemento nell’orizzonte più ampio del paesaggio.

Semisoggettiva: è un'inquadratura che, come la soggettiva, mostra il punto di vista del personaggio; ma sfruttando un'angolazione di ripresa lievemente differente, non ne rispecchia fedelmente la posizione dello sguardo; nella semisoggettiva entrano in campo anche la nuca e le spalle del personaggio.

Profilmico: si definisce “profilmico” tutto ciò che “entra nell’obiettivo” della mdp e che si trova “in campo”, appositamente per essere filmato; cioè tutti quegli elementi che compongono scientificamente l’ambiente di ripresa (oggetti, arredamenti, personaggi) e che rendono possibile la “messa in scena”.

Campo medioè un'inquadratura in cui la figura umana occupa circa un terzo dell'altezza dello spazio rappresentato.

Piano americano: è un'inquadratura in cui la figura umana è ripresa dalle ginocchia in su.

Parlare in macchinail "parlare in macchina" si verifica quando l'attore pronuncia la propria battuta fissando l'obiettivo della macchina da presa, dando la sensazione di rivolgersi direttamente al pubblico; questo tipo d'inquadratura era assolutamente proibito nel cinema classico in cui era considerato un errore gravissimo e inaccettabile poiché distruggeva l'illusione di realtà che la scena si sforzava di ottenere, manifestando la consapevolezza, da parte del personaggio, della presenza della mdp e di un pubblico virtuale al di là dell'obiettivo.

Dissolvenza: la dissolvenza si utilizza nel passaggio da un'inquadratura a quella successiva e può essere di tre tipi; d. d'apertura, quando l'immagine si materializza progressivamente sullo schermo vuoto; d. di chiusura, quando l'immagine scompare progressivamente fino a lasciare lo schermo vuoto; o dissolvenza incrociata, quando un'immagine si sovrappone per alcuni istanti all'immagine precedente occupandone progressivamente il posto sullo schermo. La dissolvenza, nel cinema classico, aveva la funzione narrativa convenzionale di unire, temporalmente e/o spazialmente, scene diverse.

Particolare: nella scala dei piani di ripresa costituisce l’inquadratura ravvicinatissima di una parte del corpo umano, una mano, gli occhi, un piede, ecc.; svolge sotto l’aspetto narrativo la funzione di “lente d’ingrandimento”.

Zoom o carrellata ottica: è una particolare figura del travelling cinematografico che è molto simile, negli effetti, alla classica carrellata sui binari, o al camera car effettuato con il dolly.
Nel caso della carrellata ottica la mdp resta ferma sul posto; è la lunghezza focale dell’obiettivo a variare, creando effetti di avvicinamento o di allontanamento rispetto ai personaggi e agli oggetti inquadrati; la sostanziale differenza estetica tra un carrello classico e una carrello ottico, consiste nel fatto che, mentre con il carrello classico (in cui la macchina da presa si muove nello spazio) si conserva una notevole profondità di campo e un certo volume dell’ambiente di ripresa, con il carrello ottico l’immagine tende ad appiattirsi e a perdere di profondità.

Key light: la key light è la principale sorgente d’illuminazione che si usa sul set cinematografico; determina l’illuminazione principale diretta e, interagendo con le altre sorgenti d’illuminazione, costruisce l’atmosfera dell’ambiente di ripresa.

Fill light: la fill light è una delle tre principali sorgenti di luce che si utilizzano, generalmente, sul set; la f.l. viene posta in posizione laterale rispetto a quella dei personaggi e serve a scolpire le figure, serve cioè a dare rilievo plastico e dinamicità all'immagine.

Illuminazione: sul set cinematografico l'illuminazione può essere di due tipi principali, contrastata diffusa.
L'illuminazione contrastata è ottenuta con l'uso di una sorgente di luce diretta che crea un forte contrasto fra zone d'ombra e zone di luce e viene utilizzata, prevalentemente, in situazioni di forte tensione drammatica; l'illuminazione diffusa prevede l'uso di molte sorgenti di luce d'intensità uniforme che forniscono una rappresentazione dello spazio molto omogenea e viene utilizzata, prevalentemente, in situazioni di maggiore distensione e serenità.

Campo totaleè un tipo d'inquadratura in cui si definisce la rappresentazione per intero di un ambiente: di un interno (per es. l’abitacolo di un’automobile) o di un esterno circoscritto.

Steadycam (steady camera): lett. “macchina salda, fissa”; si tratta di una particolare macchina da presa, che viene allacciata al tronco dell’operatore; la mdp in questo modo, è sostenuta da una speciale imbracatura costituita di ammortizzatori che consentono all’operatore la più ampia libertà di movimento senza che l’inquadratura ne risenta minimamente, in termini di oscillazione e precisione. Inoltre con la steadycam l’operatore non è più costretto a guardare nel mirino della mdp ma può controllare l’inquadratura grazie ad un piccolo monitor che gli consente una totale libertà di esecuzione.
Molto ampio l’uso della steadycam per le riprese più spettacolari, in particolare degli action movie.

Travelling: è l'insieme dei complessi movimenti di macchina effettuati per mezzo di un veicolo con pneumatici (dolly), di una gru, di un braccio meccanico cui viene fissata direttamente la mdp (louma), della steadycam, o addirittura di un elicottero o un aeroplano; tali mezzi particolari offrono il grande vantaggio della possibilità di effettuare spostamenti sia orizzontali sia verticali .

Zoom (o carrellata ottica): in questo tipo di ripresa la mdp rimane immobile, ciò che varia è la lunghezza focale dell’obiettivo che può avvicinarci (zoom in avanti) o allontanarci (zoom indietro) dall’oggetto o dal personaggio inquadrato; l’unica sostanziale differenza tra un carrello tradizionale e uno zoom in avanti consiste nel fatto che mentre con un carrello “di macchina” la ripresa acquista profondità e l’ambiente di ripresa conserva il suo volume prospettico, con lo zoom l’immagine tende a “schiacciarsi” e l’effetto che si ottiene è quello di un evidente avvicinamento tra lo sfondo e gli oggetti che ci separano dallo sfondo stesso.

Campospazio delle immagini determinato dall'inquadratura, s'identifica con il cosiddetto piano di ripresa, ed è convenzionalmente riferito alla figura umana sullo schermo.
Si va dal campo lunghissimo (cll) che comprende l'orizzonte ed è il più ampio, al primissimo piano (ppp) che comprende solo il volto umano, e al particolare, ancora più ristretto (una mano, gli occhi, etc.).

Controcampo: inquadratura effettuata da un punto di vista totalmente opposto a quello immediatamente precedente; provoca un "salto visivo" rispetto al campo.  

Scenanella scena, il tempo della storia raccontata e il tempo della narrazione filmica coincidono; la scena presenta un contesto spazio-temporale privo di interruzioni o salti temporali. Da non confondere con la sequenza che è, invece, una "catena di scene", più o meno ricca di ellissi temporali, che tende a fornire allo spettatore solo gli elementi essenziali della storia raccontata; nella sequenza il tempo della storia raccontata è più lungo del tempo della narrazione filmica.

Piano sequenza: è una ripresa, più o meno lunga, girata senza alcuna interruzione per stacco, che esaurisce un intero episodio narrativo; tutti i cambiamenti d'inquadratura sono affidati al movimento, senza soluzione di continuità, della mdp.

Travelling: è l'insieme dei complessi movimenti di macchina effettuati per mezzo di un veicolo con pneumatici (dolly), di una gru, di un braccio meccanico cui viene fissata direttamente la mdp(louma), o addirittura di un elicottero o un aeroplano; tali mezzi particolari offrono il grande vantaggio della possibilità di effettuare spostamenti sia orizzontali sia verticali.

Camera Car a precedere: è un particolare tipo di movimento in cui la mdp, posta sul dolly, inquadra il personaggio frontalmente, arretrando mentre questi procede verso di essa; è l'esatto contrario, evidentemente, della camera car a seguire che si effettua con la mdp che segue il personaggio inquadrandolo di spalle; l'unica differenza con la carrellata consiste, esclusivamente, nel fatto che il carrello tradizionale si muove sui binari e ha, quindi, meno libertà d'azione.

Skip Framing: letteralmente "salto di fotogramma"; artificio tecnico, utilizzato in fase dimontaggio, che serve a rendere più veloce uno zoom; più precisamente, consiste nell'eliminare, alternatamente, alcuni fotogrammi dalla pellicola, così da diminuire il tempo di "avvicinamento visivo" alla figura.

Split-screenletteralmente "divisione dello schermo"; è un artificio tecnico con funzioni narrative, generalmente usato o in sostituzione del montaggio alternato, per rappresentare, simultaneamente, sullo schermo, fatti che stanno accadendo in posti diversi, nello stesso momento, e i cui sviluppi sono destinati ad "incrociarsi" nel proseguimento dell'azione; o in sostituzione del flashback, per visualizzare un evento, un episodio, ricordato in quel momento dal personaggio.

Montaggio alternatol'alternarsi, in rapida successione, d'immagini di due o più eventi che si svolgono, contemporaneamente, in luoghi diversi, e che, generalmente, troveranno compimento nello stesso contesto spazio-temporale.

Soggettivaè un tipo d'inquadratura che mostra il punto di vista del personaggio, e costituisce lo strumento tipico utilizzato per raggiungere un altissimo grado d'identificazione Spettatore/Personaggio.

Panoramica: è un tipo di movimento in cui la mdp, fissata su un supporto (un cavalletto per es.), ruota intorno al proprio asse in senso orizzontale, verticale, o, più raramente, diagonale.

Plongée: è una ripresa aerea in cui la mdp descrive una traiettoria obliqua, dall'alto verso il basso; generalmente effettuata con il dolly o con la gru.

Semisoggettivaè un'inquadratura che, come la soggettiva, mostra il punto di vista del personaggio ma, sfruttando un'angolazione di ripresa lievemente differente, non ne rispecchia fedelmente la posizione dello sguardo; nella semisoggettiva entrano in campo anche la nuca e le spalle del personaggio.


Scavalcamento di campo: il découpage classico è fondato sulla dialettica campo/controcampo, sul montaggio invisibile e sulla costruzione di uno spazio ideale di 180 gradi entro il quale si dispone l’ambiente di ripresa.
Per spiegare meglio, immaginiamo di trovarci di fronte ad una scena di dialogo; il découpage classico ce la mostrerebbe, idealmente, così

·         Campo medio (d’insieme): inquadratura laterale dei due personaggi l’uno di fronte all’altro (stacco).
·         Primo piano (campo): inquadratura frontale del personaggio A che parla (stacco).
·         Primo piano (controcampo): inquadratura frontale del personaggio B che risponde (stacco) …, e così via.

Ora, l’elemento determinante è che, una volta stabilita la posizione per la prima inquadratura d’insieme, la mdp si limiterà ad effettuare spostamenti semicircolari, da destra a sinistra, e da sinistra a destra, alternando campi e controcampi sui due personaggi ed evitando accuratamente di oltrepassare la linea immaginaria che unisce la fronte dei due personaggi stessi; dando luogo così, ad un ambiente di ripresa circoscritto in uno spazio fisico di 180 gradi.
Infatti, se la mdp operasse spostamenti così ampi da oltrepassare la linea immaginaria che unisce la fronte dei due personaggi, rompendo la linea ideale che delimita i 180 gradi, finirebbe con l’effettuare il proibitissimo scavalcamento di campo; ottenendo due risultati tradizionalmente ritenuti catastrofici sul piano della piena comprensione della scena da parte dello spettatore:
1)      inquadrare uno sfondo diverso rispetto all’inquadratura di partenza, con conseguente scambio delle posizioni dei personaggi sullo schermo (da dx a sx e viceversa); 2) agli occhi dello spettatore, i personaggi sembrerebbero guardare non più l’uno verso l’altro (come sarebbe normale), ma entrambi nella stessa direzione (alterazione del raccordo di sguardo).

Cut-away: letteralmente “troncare, recidere”/inserto; l’inserto (diegetico) è uno dei raccordi più utilizzati dal cosiddetto cinema della trasparenza.
E’ un piano di transizione che stacca da quello precedente (per esempio la scena di una partenza da una stazione ferroviaria) per mostrare un’immagine di transizione, appunto, che suggerisca l’idea del cambiamento di ambiente e del trascorrere del tempo (per esempio il treno in corsa), e che prelude ad un altro piano che mostrerà il luogo d’arrivo (per esempio la stazione ferroviaria di destinazione).
Altri piani di transizione, sono le dissolvenze (d’aperturadi chiusura e incrociata), oppure gli antichi 
titoli esplicativi in sovrimpressione (sempre meno utilizzati).

Campo vuoto: il campo vuoto è uno dei principali raccordi utilizzati dall’estetica classica; è uno dei “trucchi” cui si ricorreva abitualmente per “attenuare” la discontinuità spazio-temporale della sequenza; semplicemente, si tratta di conservare per un attimo la stessa inquadratura di un ambiente che, fino ad un istante prima, “conteneva” un personaggio, ora uscito dal campo di ripresa e diretto verso un altro luogo, che verrà inquadrato con il successivo stacco.

Jump cut: letteralmente “stacco netto”/falso raccordo; il falso raccordo è ciò che l’ortodossia classica definirebbe un raccordo “sbagliato”; cioè una nuova inquadratura, dopo uno stacco, che viola almeno 2 leggi fondamentali del montaggio invisibile e del cosiddetto cinema della trasparenza secondo le quali:
·         non si dovrebbero mai proporre due inquadrature consecutive dello stesso personaggio, o di uno stesso oggetto, non sufficientemente differenziate sotto l’aspetto dell’angolazione di ripresa (variazioni non inferiori a 30 gradi) o della distanza dal soggetto (raccordo sull’asse).
·         Non si dovrebbero mai proporre più piani di uno stesso personaggio che lo mostrino, in continuità, in luoghi diversi e in momenti diversi, senza la mediazione di piani di transizione che attenuino il salto e la discontinuità spazio-temporale della sequenza.

Raccordo sull’asse: il raccordo sull’asse è un altro artificio del découpage classico e consiste nel mostrare due momenti successivi di un’azione in due inquadrature consecutive, divise da uno stacco.
La seconda inquadratura è ripresa sullo stesso asse della prima inquadratura, cioè mantenendo lo stesso angolo di ripresa e la stessa prospettiva, ma a distanza minore (raccordo sull’asse in avanti), o maggiore (raccordo sull’asse indietro), a seconda dell’effetto che si desidera ottenere rispetto al soggetto in campo.
Viene frequentemente utilizzato per aumentare l’attenzione dello spettatore sul soggetto in campo, oppure per dare una visione più ampia del contesto in cui l’azione sta avvenendo, evitando di “distrarre” lo spettatore mutandone il punto di vista con una variazione d’angolo di ripresa inopportuna.

Raccordo sul movimento: è un'altra transizione molto diffusa, in cui un movimento iniziato nell’inquadratura precedente, dopo uno stacco, si conclude nell’inquadratura successiva, mantenendo il giusto continuum e le giuste proporzioni grafiche all’interno del piano di ripresa e “nascondendo” la meccanicità della narrazione.

Raccordo di sguardo: è, probabilmente, il più tipico e il più diffuso dei raccordi classici; consiste nel mostrare un personaggio che guarda qualcosa (o qualcuno) e, dopo lo stacco, mostrare immediatamente l’oggetto, o la persona, guardata dal personaggio nell’inquadratura precedente, nella posizione suggerita dall’inquadratura precedente.
Per esempio, se il personaggio X nell’inquadratura 1 sta osservando da un balcone qualcuno (o qualcosa) che in quel momento si trova fuori campo, nell’inquadratura successiva 2 (dopo lo stacco), il personaggio Y (o la cosa Y) sarà mostrato con una ripresa dall’alto; cioè dalla posizione che, a giudicare dalla inquadratura 1, possiamo attribuire al personaggio X.

Overlapping editing: letteralmente “montaggio sovrapposto”; l’overlapping editing è un particolare effetto di montaggio in cui la parte finale di un’azione, già mostrata nell’inquadratura immediatamente precedente, viene nuovamente riproposta all’inizio dell’inquadratura successiva.
Generalmente viene utilizzato, sul piano della narrazione, con funzioni di estensione temporale.

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